Il 22 marzo si è celebrata la giornata mondiale dell’acqua. Nel biennio 2009-2010 l’aiuto allo sviluppo per interventid’accesso all’acqua e fognature è stato pari a circa 5,9 miliardi di dollari, circa il 7% dell’aiuto bilaterale allocabile, in lieve discesa rispetto all’anno precedente, ma sempre ai massimi dagli anni ‘70. La maggior parte delle risorse messe a disposizione sonostate via crediti d’aiuto - 54,1%.
Giappone, Germania, Francia, Stati Uniti e Spagna sono i principali finanziatori d’interventi per l’acqua e fognature, con una quota del 55% sul totale. Le istituzioni multilaterali che investono maggiormente nel settore sono la Banca Mondiale, l’Unione Europea e il Fondo di sviluppo africano.
Per l’importanza che l’aiuto all’acqua ricopre nelle scelte bilaterali dei donatori, il Giappone destina il 18% di tutta l’assistenza bilaterale all’acqua e alle fognature, mentre Svezia, Olanda e Danimarca dedicano al settore oltre il 10%.Sempre per quota bilaterale, sono l’IFAD, il Fondo di sviluppo asiatico e quello africano, le istituzioni multilaterali che dedicano al settore una quota superiore al 10% del bilaterale.
Nel 2009-2010, i Paesi che hanno ricevutoi maggiori finanziamenti per l’accesso all’acqua e alle fognature sono stati India, Vietnam, Iraq, Bangladesh, Marocco, Turchia e Indonesia, che hanno rappresentato il 28% del totale. L’Africa Sub-sahariana ha ricevuto il 23% degli aiuti seguita dal sub-continente indiano con il 21%;ai Paesi meno avanzati è stato allocato il 40%.
Nel biennio 2009-2010, l’Italia ha dedicato all’aiuto per l’accesso all’acqua e fognature circa 55 milioni di dollari, in termini assoluti, un ammontare pari a quello del Belgio. Gli stanziamenti costituiscono il 9% del bilaterale italiano ripartibile, collocando l’Italia tra i primi 10 donatori per importanza riconosciuta al settore. Al netto del debito, la quota italiana dedicata all'accesso all'acqua sul bilaterale sale dal 4,4% del 2009 al 6,2 del 2010. Nel 2009, anche l’impegno finanziario italiano era costituito da una quota elevata di prestiti concessionali pari al 47%, per scendere al 31% nel 2010, a favore dell’assistenza a dono.
Nel 2009, il 45% dell’azione italiana interventi era stato concentrato in Medio Oriente, seguito dall’Africa sub-sahariana (18%) e il Nord Africa (10%). Nel 2010,la maggioranza dell’investimento italiano per l’accesso all’acqua (55%) si è orientato in Africa sub-sahariana, il 31%al Medio Oriente e il 18% in Nord Africa. Il finanziamento ai Paesi meno avanzati rappresenta il 33 % dell’allocato contro il 17% del 2009.
Nel 2009 i primi paesi per investimento italiano a sostegno dell’accesso all’acqua erano stati, in ordine decrescente, Giordania (6,9 milioni di dollari), Libano (4,3 milioni di dollari), Algeria, Nicaragua, Mali e Tanzania. Nel 2010 sono stati il Libano (5,3 milioni di dollari), l’Etiopia (5,3 milioni di dollari), la Tunisia( 2,9 milioni di dollari), la Giordania e il Marocco.